Auto telecomandate di ultima generazione, mattoncini variopinti, baby tablet, piccole bambole da accudire e animaletti, mostriciattoli gommosi, palline…: tutti rigorosamente distesi sul tappeto del salotto, ad aspettare che i bambini si ricordino di loro.
La scena si ripete uguale nella maggior parte delle case. Troppi giocattoli, ma soprattutto troppa plastica attorno a noi e nelle mani dei nostri figli. Eppure limitarli non significa togliere il divertimento ai bambini, anzi! Fargli riscoprire legno, cotone, carta gli consentirà di trasportare le proprie sensazioni nel mondo della creatività.
Ecco 6 ottimi motivi per preferire giochi realizzati con materiali naturali:

1 //  Il rispetto dell’ambiente. E qui c’è poco da scrivere. Uno dei maggiori problemi ambientali di oggi è legato alla plastica che, va detto, purtroppo non è sempre riciclabile. I giocattoli non in plastica sono solitamente più ecologici, sono riciclabili e per funzionare non richiedono l’uso di batterie

2 //  Si tratta di giochi semplici, ma spesso più resistenti nel tempo, tanto da poter essere utilizzati in più fasi della crescita anche da fratelli e sorelle più piccoli. Io ho ancora una vecchia pistola in legno che mi regalarono a 6 anni. Guai a toccarmela.

3 //  Stimolano creatività e fantasia. Un cubo in legno diventa ogni giorno qualcosa di diverso, un pezzo di stoffa può essere dipinto, arrotolato, intrecciato e prestarsi a mille usi. La mancanza di luci, suoni e altri stimoli non è “assenza”, al contrario alimenta l’immaginazione del bambino, che trasforma l’oggetto a seconda delle necessità di gioco. Ci vuole poco! Basta un mestolo in legno per diventare grandi chef e aprire un ristorante, un lenzuolo steso tra due sedie si trasforma nella casa dei sogni e foglie, fiori e rami possono essere gli ingredienti di una pozione magica.

4 //  Sviluppo dei sensi. La plastica al tatto è quasi sempre uguale, non ha odore ( o se ce l’ha è terribile) mentre i giocattoli realizzati con materiali naturali offrono al bambino la possibilità di sperimentare diverse consistenze, superfici e profumi. Possono essere lo spunto per spiegargli l’origine di ciò che hanno in mano, la sua materia prima e l’importanza del rispetto e della cura degli oggetti.

5 //  Sono oggetti di cui prendersi cura. Spesso questo aspetto lo sottovalutiamo. Gli oggetti in plastica entrano nella logica dell’usa e getta. Gli oggetti in legno sono “preziosi”, hanno una storia e vanno quindi difesi e custoditi. Di un oggetto in legno ci si affeziona, entra nella vita del bambino e gli insegna una cosa importantissima: che le cose belle vanno protette.

6 //  Non dimentichiamo infine il rischio delle sostanze chimiche contenute in molti giocattoli in plastica. Tra le principali ci sono gli ftalati e il bisfenolo A (BPA). I primi alterano l’equilibrio degli ormoni endocrini, fondamentali soprattutto durante l’infanzia e la pubertà. L’Unione Europea ha vietato queste sostanze già da alcuni anni, ma uno studio pubblicato dall’European Chemical Agency (Echa) ne segnala la presenza nel 20% dei giocattoli attualmente in commercio nell’Ue. Dal 2011 è stato vietato l’utilizzo bisfenolo A nella fabbricazione dei biberon, la sostanza è tuttavia ancora presente in diversi imballaggi alimentari e purtroppo in molti giocattoli per bambini.

“Aiutiamoli a fare da soli”, diceva Maria Montessori, che nel suo metodo incitava all’utilizzo di giochi semplici, anche realizzati dai bambini. Il loro diventare grandi sarà così il nostro tornare piccoli.

Gli adulti non devono insegnare niente, ma limitarsi a intervenire il meno possibile per suggerire degli stimoli multisensoriali che il bambino è in grado di rielaborare da solo. Va preservata la spontaneità, in un apprendimento che deve essere piacevole e non imposto. Sosteneva Bruno Munari nel suo metodo pedagogico.
Quindi spazio alla natura e alla sperimentazione!

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