Wow, belli ma cari. E’ l’osservazione che ci sentiamo fare più spesso.
E’ vero, i nostri giocattoli non competono in prezzo con la grande distribuzione e sono lontani anni luce dalle importazioni cinesi.
Ma quale è il reale valore di un giocattolo?
Noi abbiamo provato a rispondere con un patto etico.
Personalmente non sono mai stato attaccato agli oggetti, non sono uno di quelli che si affezionano alle cose, tant’è che le perdo ovunque. Se mi chiedete dove è il mio nuovo braccialetto vi rispondo: ” non lo so”. Ed è vero, perdo tutto.
Tuttavia ci sono alcuni giocattoli che mi porto appresso dall’infanzia. Come il mio orsacchiotto di peluce, che ho passato ai miei figli e che ora è nel letto con Joy. Per la cronaca è senza un occhio dal 1982. O come il mio primo robottino o il mio adorato martello ( fatto da mio nonno fabbro).
Ecco, quanto valgono questi giocattoli? Bho! dentro c’è il tempo, l’amore di chi me li ha regalati, le lunghe ore a giocare, tutti i sentimenti provati che riaffiorano ogni volta che il giocattolo mi torna in mano.
Che valore a tutto ciò?
Se c’è un problema che abbiamo oggi non sono i giocattoli che mancano ma i troppi giocattoli. Cumuli e cumuli di giocattoli che durano il tempo dell’apertura di una scatola, che strappano a mala pena uno wow e poi vengono dimenticati, o spesso si rompono nella prima settimana. Ludica obsolescenza programmatissima.
Da qui l’idea che dietro a un giocattolo deve esserci un patto etico in 8 punti:
del Numero
Il primo è che un bambino deve avere pochi giocattoli. un contro senso? niente affatto! Non deve essere sommerso da cumuli di giocattoli ma accompagnato dal giusto numero di giocattoli buoni.
della durata
Il secondo è che il giocattolo deve durare nel tempo. Deve crescere il bambino, strappare continui wow, wow e ancora wow! Per poi un giorno essere ceduto a un altro bambino che esclamerà “wow, wow e ancora wow! ”
dell’unicità
Ogni bambino e unico e speciale. Anche il suo giocattolo lo dove essere. In tutto il mondo non dovrebbero esserci due giocattoli uguali. Uno e uno soltanto.
del crescere
Il terzo è che deve crescere con il bambino. Il giocattolo deve accompagnarlo nei vari stati della crescita, non può essere una insignificante parentesi nella vita di un bambino.
della magia
Il quarto è che deve essere magico. Il giocattolo è tale se sviluppa le abilità e le potenzialità del bambino, se è una porta su un mondo della fantasia dove si pongono le basi dell’uomo, o della donna, che un giorno diventerà.
delle mani ( e del cuore)
Il quinto è che il giocattolo deve essere artigianale. Deve essere fatto da mani e cuori buoni. Da persone che sanno che, con il loro lavoro, faranno divertire e crescere un bambino, da qualche parte, nel mondo.
del bene
Il sesto è che il giocattolo deve fare del bene a tutti. All’ambiente, a chi lo disegna, a chi lo produce, a chi lo vende. Un giocattolo non deve essere un oggetto di sfruttamento, mai, ma un’occasione per distribuire ricchezza. In tutti i sensi.
della felicità
Il settimo è che un giocattolo deve portare felicità.
Quanto vale un giocattolo? Tantissimo!